lunedì 16 aprile 2012

“Un successo per Napoli”





America’s Cup, De Magistris: “Un successo per Napoli”

Bruno De Santis - 15 aprile 2012




La dimostrazione della buona riuscita dell’America’s Cup World Series lo si può trovare non solo nei numeri (si va dall’incredibile folla di Pasquetta alle migliaia di persone che hanno affollato il lungomare per vedere le regate, passando per le cinquemila pizze sfornate ogni giorno al Pubblic Eventi Village), ma nella faccia di chi ha assistito all’evento: Napoli ha finalmente mostrato al mondo la sua parte migliore e oggi è giusto mettere in risalto questo, lasciando ai prossimi giorni analisi più dettagliate su quello che è stato fatto e ciò che invece resta ancora da fare per la città.

Una città che è la vincitrice, insieme a Luna Rossa, della settimana di regate: lo pensa anche il sindaco De Magistris che si è lasciato andare a commenti entusiastici alla fine della competizione. “Un successo per Luna Rossa, un successo per Napoli, un trionfo per i napoletani“: queste le parole dette dal primo cittadino subito dopo la premiazione.



De Magistris ha messo in evidenza proprio l’immagine che Napoli è riuscita a dare di sè: “Duecentomila spettatori per le regate nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l’Italia in maniera entusiasmante”. Un successo benedetto anche da Paul Cayard: “Ieri mi ha detto – racconta De Magistris – che Napoli è il posto più bello al mondo per le regate”. Archiviata l’ esperienza del 2012, il sindaco è già proiettato alle World Series che si terranno a maggio del prossimo anno: “Per il 2013 dobbiamo lavorare di più e meglio per mettere in piedi un evento ancora migliore“.










mercoledì 4 aprile 2012

Campania tartassata----- Irpef più alta d'Italia

L'addizionale regionale vola al 2.03 per cento a causa del deficit sanitario: per ogni cittadino una cifra media di 711 euro all'anno. Addizionale record in 84 Comuni
di OTTAVIO LUCARELLI
La sede della Regione Campania
È IN Campania l’Irpef più alta d’Italia con l’addizionale regionale che vola al 2.03 per cento a causa degli automatismi fiscali previsti dal piano di rientro dal deficit sanitario. Un debito strutturale che si attesta a dieci miliardi di euro. Sono gli abitanti della Campania dunque, con una cifra media calcolata a 711 euro, i cittadini maggiormente colpiti dalle aliquote Irpef aggiornate dal governo Monti dopo gli aumenti del governo Berlusconi. Regione più tartassata, seguita a distanza da Lazio, Sicilia ed Emilia Romagna a quota 606 euro.

Irpef regionale più alta d’Italia. Ma non basta, perché la legge prevede anche l’addizionale comunale. Ebbene, in questo caso l’aliquota massima è fissata a 0.80 per cento e ad attuarla sfruttando questa opportunità sono ben 84 Comuni della nostra regione. Dati diffusi ieri e confermati, in Campania, dagli esperti della Regione e delle amministrazioni locali. Tanti i Comuni con le tasse più alte. Tanti, ben 84, un record in Italia. Anche se tra i cinque capoluoghi di provincia compare solo Caserta (Napoli è ferma allo 0.50), nella lista “nera” sono comunque molte le città medie colpite dall’addizionale comunale allo 0.80. E tanti anche i luoghi turistici, a cominciare da Procida fino ai sei comuni ischitani e a importanti località costiere come Meta, Vico Equense, Massa Lubrense, Vietri sul Mare.

Ottantaquattro Comuni. Un record, di cui ventiquattro in provincia di Napoli, otto in Irpinia, sedici nel Sannio, diciassette in provincia di Salerno e diciannove in Terra di lavoro. Tra i Comuni medi più colpiti in provincia di Napoli spiccano Acerra, Caivano, Casalnuovo, Casoria, Grumo Nevano, Pozzuoli, San Giuseppe vesuviano, Torre Annunziata. In Irpinia Lauro, Montella, Montecalvo e Serino. Nel Sannio, tra gli altri, Arpaia, Cerreto, Morcone, Sant’Agata dei Goti e Telese Terme.

In provincia di Caserta, tra i Comuni maggiori, ad applicare l’addizionale massima Irpef dello 0.80 per cento ci sono, oltre al capoluogo, Casal di Principe, Casagiove, Mondragone, Piedimonte Matese, Roccamonfina, Santa Maria la Fossa. In provincia di Salerno, oltre a importanti località turistiche o culturali come Agropoli, Vietri sul Mare e Giffoni Valle Piana, risalta Mercato San Severino, un Comune di cui è sindaco da diversi anni l’attuale assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. Sindaco che si mise in luce tempo fa per la percentuale record di raccolta differenziata nel Comune salernitano. Un dato, ormai stabilmente confermato, che è stato il suo trampolino verso la Regione.

venerdì 30 settembre 2011












Napoli : “Presidente Napolitano riapri il processo sui Rifiuti Tossici in Campania” ]
Di Giuseppe Rondelli · 30 settembre 2011 · Nessun commento
Ambiente, Napoli, Salute, Video · Post con tag : cassiopea, chiaiano no discarica, foto, giorgio napolitano, giustizia, magistratura, rete commons, rifiuti, terra dei fuochi, tossici, veleni

(Servizio: Giuseppe Rondelli – Video: Giuseppe Rondelli e Carlo Maria Alfarano)

Stamane i comitati ed i movimenti di cittadini attivi sul territorio si sono mobilitati nella speranza di incontrare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita presso il Palazzo Reale di Napoli in occasione della mostra ’Da sud-la partecipazione del Mezzogiorno al processo di formazione dello Stato unitario’.

La richiesta dei Cittadini è quella di avere giustizia, infatti la più grande inchiesta condotta sul traffico di rifiuti tossici provenienti dalle regioni del Nord che venivano poi sotterrati illegalmente nei terreni, si è conclusa dopo 13 anni con la prescrizione di 97 imputati, tra cui figuravano anche nomi molto conosciuti a livello nazionale come quello della famiglia di industriali Mercegaglia.



Sabato il presidente Napolitano proseguirà la sua venuta a Napoli infatti sarà alle 10.10 presso la facolta’ di ingegneria dell’Universita’ di Napoli l’inaugurazione del 200° anno accademico. Alle 11.30 Napolitano tornera’ al teatro di Corte di Palazzo Reale per la conferenza internazionale sul tema ”La diplomazia della globalizzazione”. Nel pomeriggio alle 16, nella basilica di San Gennario Extra Moenia partecipera’ a un incontro sul tema ”Cinque anni con il sud”. Il suo ultimo appuntamento prima del ritorno a Roma, sara’ poi alle 17.15 con la visita all’istituto penale minorile di Nisida.

Presenti ad esporre lo striscione “Traffico rifiuti tossici Nord-Sud – Nessun Colpevole Vergogna” i comitati : Cittadini Campani per un piano alternativo dei rifiuti – Rete Commons – No alla discarica di Chiaiano – La Terra dei Fuochi – Cittadini attivi



mercoledì 21 settembre 2011

una bella storia: L’etica double-face.

pubblicata da Pasquino Pasquini mercoledì 21 settembre 2011



Il campo di prova della propria morale politica per il PD è stato di certo Napoli e la Campania…in mano alle truppe dell’”imperatore” Bassolino per circa 20 anni.

La valanga di scandali che l’ha travolto e che continuano ad imporsi all’attenzione generale sono il metro sul quale questo partito di opposizione ha dimostrato di non sapersi né misurare né superare…sono la prova provata della sua incapacità a rendersi reale alternativa ad un governo dichiaratamente in mano a piduisti, corrotti, corruttori, pedofili, faccendieri, incapaci.

Forse proprio Napoli e la Campania sono state le protagoniste della decadenza etica del PD, incapace di porre un freno agli sfregi e ai veri e propri soprusi che la banda bassoliniana ha commesso nei suoi anni di dominio incontrastato.

Ad uno ad uno crollano tutte le “parole d’ordine” gli “slogan” che avevano portato all’elezione di quel personaggio che si era presentato come l’alternativa alle “mani sulla città”, il moralizzatore, colui che sarebbe stato capace di far rinascere Napoli e i napoletani dalle loro macerie morali e materiali.

La Sanità ridotta ad un colabrodo di consulenze e sprechi provocate, in gran parte, dal duo Montemarano - De Mita (quest’ultimo presente anche nella giunta di centro-destra della Regione Campania).

Le vere e proprie “fondazioni” create per allargare consenso ed elargire, senza alcuno scopo reale, soldi pubblici ad amici e conoscenti.

E poi, dulcis in fundo, la gestione dissennata, criminale, della questione rifiuti, altro filone sfruttato dal PD e dal suo leader campano Bassolino, per aumentare il proprio potere a scapito della vita della gente.

Anche l’ex-governatore della Campania, in un silenzio assordante dei media, sarebbe sotto processo…in un procedimento che finirà sicuramente con l’assoluzione per prescrizione, per la gestione di tutto il ciclo rifiuti, assieme alla Fibe…l’azienda individuata per la costruzione dell’inceneritore e per lo smaltimento dei rifiuti…

E proprio in questi giorni esce fuori l’ennesimo schiaffo dato dai bassoliniani a tutto il popolo napoletano, l’aumento di stipendi che i dirigenti di Napoliservizi, azienda che si sarebbe dovuta occupare del “decoro urbano”, si sono auto-dati proprio nei periodi dell’emergenza peggiore…quasi un premio di riconoscimento a se stessi di un lavoro non svolto.

Un aumento pari a 2 milioni di euro l’anno…un altro colpo fatale alle casse di una città allo stremo.

I protagonisti di quest’altra “bella” vicenda partenopea hanno i nome del direttore generale Ferdinando Balzamo (bassoliniano di ferro) assunto da se stesso, mentre “presiedeva” distrattamente il suo ufficio dipendente, per funzioni, da un altro grande protagonista della vita napoletana...tal Nicola Oddati...in procinto di essere silurato come presidente della Consulta del “Forum internazionale delle culture”. Un aumento di circa 11.000 euro l’anno...tali da consentirgli di arrivare a guadagnarne, per un servizio non reso, 152.000; Ciro Turiello, anch’egli molto legato al nostro “magnifico” governatore afragolese, tanto da far parte della task-force creata proprio da Antonio Bassolino per “rispondere” all’emergenza rifiuti (con i risultati ben noti), che si auto-aumenta lo stipendio di 9.400 euro annui, per arrivare così alla modica cifra di 134.000.

Questi aumenti proprio nel periodo in cui Napoli e la Campania affogavano sotto i sacchetti abbandonati per strada e ai quali vanno sommate le spese per le consuete e clientelari consulenze per il “miglioramento” del decoro urbano, pari a circa 410.000 euro !

L’attuale giunta precisa che sull’azzeramento di questo gruppo dirigente dovrà muoversi con “i piedi di piombo” per evitare cause e ricorsi che costerebbero alla collettività altri euro mal-spesi...perché, c’è da precisarlo, i protagonisti di questa ulteriore vergogna non si dimettono neanche di loro spontanea volontà...rimangono incollati alle loro sedie...come quel “qualcuno” che noi critichiamo ogni giorno.

Come non si dimette un tal Corrado Gabriele, eletto consigliere regionale nel gruppo PD componente delle commissioni consiliari Istruzione e cultura e Ecomafie e bonifiche ambientali, solo autosospesosi dal partito e condannato, in primo grado, a 4 anni e 3 mesi per presunti abusi sulle figlie della sua compagna...una delle quali all’epoca minorenne.

Una doppia morale, quella adottata nel PD napoletano, che dimostra, se qualcuno ancora ne voleva una prova, la sua incapacità organica a “moralizzarsi” e la sua totale comunanza etica con il PDL del peggior presidente del consiglio che l’Italia abbia mai avuto.

Una doppia morale che accomuna governo ed opposizione, utilizzata, dall’uno o dall’altra, a seconda di quanto emerge da inchieste o scandali.

E sotto l’infamia di questa doppia morale il nostro paese crolla, perde dignità e cancella la sua nobile storia...e noi ne paghiamo le spese.

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mercoledì 7 settembre 2011

.....ancora una papi girl...... in carriera..........


IL CASO
Da Villa Certosa
a una società pubblica
Un contratto per Virna Bello da "Campania Navigando", controllata dal Tesoro. La trentenne fu ospite del premier in Sardegna
di CONCHITA SANNINO
Virna Bello è la prima a sinistra, le altre sono Emanuela Romano e Francesca Pascale, immortalate all'aeroporto di Olbia e dirette a Villa Certosa
(foto l'Espresso)
Un contratto con la società pubblica "Campania Navigando". La prima notizia è che un'altra bionda fan del premier, già frequentatrice di Villa Certosa, Virna Bello, trova (di nuovo) lavoro. La seconda è che l'"acquisto" non piace per niente ai vertici di "Italia Navigando", controllata dal Tesoro, che si impegna a far saltare tutto.

Proprio nei giorni in cui, tra le Procure di Napoli e di Bari, riecheggiano le manovre di presunti ricattatori pronti a "mettere in ginocchio" il presidente del Consiglio, riaffiora un nuovo imbarazzante caso di papi girl beneficiata con un posto nelle strutture pubbliche.

Una storia che esplode mettendo l'una contro l'altra due società: "Campania Navigando", che si occupa della realizzazione e della sistemazione dei porticcioli campani (dopo quello di Procida, vanno realizzati ancora i lavori di Portici e di Torre Annunziata), e che un tempo era partecipata dalla Regione Campania, contro la società-madre "Italia Navigando", che ha assorbito l'organismo locale e che è controllata, a sua volta, attraverso Invitalia, dal Ministero del Tesoro.

A creare dissidi, è stata la scoperta che nella struttura napoletana (sede, in via Cisterna dell'Olio), lavori l'appariscente Virna Bello, oggi trentenne e riservata signora, già componente del trio napoletano delle ammiratrici del Cavaliere, insieme con Francesca Pascale ed Emanuela Romano, anch'esse premiate - dopo la partecipazioni alle riunioni con il presidente del Consiglio, in Sardegna - con posti nei Palazzi.

A volere Virna Bello come dipendente di "Campania Navigando" è stato Nicola Turco, amministratore della ex società regionale, e già presidente di "Alleanza di Popolo", e animatore di quella lista che nel 2010 decretò il trionfo elettorale di un "impresentabile", l'inquisito consigliere regionale Roberto Conte: 10mila voti che tanto imbarazzo crearono all'allora neo governatore Stefano Caldoro. Il contratto alla Bello sarebbe stato scoperto durante la recente trasferta a Napoli del presidente nazionale di "Italia Navigando", Ernesto Abaterusso.
"Chi è quella signora?", chiede il vertice della società.
Che si interroga anche su un altro contatto che riguarda un giovane avvocato.

A qualche giorno di distanza dalle risposte, Abaterusso (ex parlamentare pugliese del Pds) si dimette dal ruolo di rappresentante di "Italia Navigando" nel Cda di "Campania Navigando" apposta per far decadere Turco.

Ma lo stesso Nicola Turco, interpellato da Repubblica, la spiega invece così: "Me ne sono andato a fine luglio da Campania Navigando.
Non ne voglio più sapere niente.

Diciamo la verità, non si poteva decidere nulla, non si andava avanti, ormai era un piatto vuoto... Io che ho portato tanto sostegno alle recenti elezioni regionali e provinciali, sono stato trattato malissimo dal partito".

Scusi, perché ha assunto Virna Bello: in base a quale curriculum o segnalazione? "Ma su, non facciamo polemiche - replica Turco - Anche la Bello se n'è andata".

La Bello, invece, contattata poco dopo, risponde a Repubblica più cautamente.

"Non vorrei apparire scortese, capisco le domande della stampa: tuttavia non ho dichiarazioni da rilasciare sulla mia attività.
Punto". Non esclude, comunque, di essere ancora in rapporti di lavoro con la società pubblica.

È un ritorno, il suo.

La Bello, infatti, già assessore comunale a Torre del Greco per 10 mesi, fino a qualche anno fa aveva scelto come nomignolo pubblico quello di "braciolona", "anche per avvicinare meglio i giovani al linguaggio degli amministratori under 30".

In più, a differenza di altre, non aveva mai nascosto di essere stata ospite tra il 2006 e il 2007 delle riunioni a Villa Certosa, nella residenza sarda del premier. Una foto, appartenente al pacchetto di immagini sulle estati del premier che tanto clamore provocò nel giugno 2009, immortalava lei e le altre allo scalo di Olbia.

Il gruppetto di spensierate provenienti da Capodichino era composto anche da Francesca Pascale, che oggi è consigliere provinciale, e da Emanuela Romano, prima imposta come assessore comunale a Castellammare di Stabia, nella giunta di Luigi Bobbio, e successivamente sistemata al Corecom Campania, e solo poco fa finita sotto inchiesta per false dichiarazioni.

La Romano, infatti, aveva affermato di non ricoprire cariche pubbliche mentre ancora sedeva nella giunta stabiese.

Di qui, l'inchiesta e l'obbligo di rimuoverla. Ma la Regione non ha ancora provveduto. Strade diverse di papi girl.

Ma un comune denominatore: il riparo nei pubblici palazzi.
(07 settembre 2011) © Riproduzione riservata

lunedì 5 settembre 2011

LIBERTÀ DI LICENZIARE SI....CHI CI GOVERNA !!!!!!!!!


Francesca Scoleri
Il 6 settembre noi dell’Italia dei Valori saremo in piazza con tutti i cittadini e i lavoratori che protestano contro una manovra in cui ormai c’è una sola cosa chiara: che a pagare non saranno né i privilegiati né i corrotti, non saranno casta, i grandi evasori e gli speculatori, ma come al solito i poveri cristi e la gente onesta.
Noi abbiamo aderito allo sciopero proclamato dalle Cgil sin dal primo momento, senza metterci a cercare il pelo nell’uovo, senza nasconderci dietro distinzioni ipocrite, senza dire che la manovra era disastrosa però, chissà perché, non era giusto scioperare per fermarla.
Poi, dopo aver aderito senza dare un colpo al cerchio e uno alla botte, abbiamo iniziato ad adoperarci responsabilmente per evitare lo sciopero, perché sappiamo benissimo che uno sciopero generale è sempre una scelta dolorosa, prima di tutti per i lavoratori a cui costa quattrini sonanti. Ma lo abbiamo fatto sapendo che c’era una solo modo per evitarlo: rimuovere i motivi che lo avevano provocato modificando e migliorando radicalmente la manovra.
La manovra è stata modificata più volte, e chissà quante altre volte lo sarà ancora nei prossimi giorni. Però sempre in peggio, mai in meglio. Ogni nuova versione ha presentato nuove misure odiose: libertà di licenziamento con l’eliminazione dell’art.18, discriminazione razzisti contro portatori di handicap, misure persecutorie ai danni dei lavoratori del pubblico impego, che non si capisce perché la supertassa devono pagarla solo loro, tagli allo spesa che per la gente comune vorranno dire ospedali, scuole e trasporti che funzionano ancora peggio o che non funzionano affatto.

segue
http://www.antoniodipietro.com/2011/09/liberiamo_litalia_1.html— con Rossano Buendìa, Giampiero Piras, Ferrari Gianni Remo, Antonella Petrusa, Agostino Scarfalloto, Vincenzo Favata, Ugo Patrone, Francesco Cardelio, Sebastiano Tomarchio, Francesco Maschio Angioino III,


http://www.trenodelledonneperlacostituzione.it/

domenica 4 settembre 2011

RIFIUTI IL MODELLO SCANDINAVO


Cronache
28/08/2011 -
RIFIUTI IL MODELLO
SCANDINAVO
La città che trasforma
la monnezza in oro
Halmstad, nella contea di Halland, che ha 57 mila abitanti..Viaggio ad Halmstad, nella Svezia del Sud, dove finiscono i rifiuti campani «Li usiamo per produrre riscaldamento e energia elettrica, e ci pagano pure»

FRANCESCO SAVERIO ALONZO

HALMSTAD (Svezia) Mentre mezza Italia ancora bolle per l’afa estiva, in Svezia è già arrivato l’autunno e ciò si nota sia per la riapertura delle scuole sia per le temperature notturne che oscillano fra gli 8 e i 12 gradi. Ma a scaldare il cuore degli abitanti di Halmstad, nel Sud della Svezia, è giunta la notizia che la locale società energetica Hem comincerà a bruciare rifiuti provenienti dalla Campania (i riservatissimi svedesi non vogliono dire il nome della città, ma tutto lascia intendere che il primo lotto di 5 mila tonnellate provenga da Salerno) facendosi pagare profumatamente (40 euro alla tonnellata) e potendo cosí ridurre del 20 per cento le bollette a carico degli utenti.

La «monnezza» italiana rappresenta una fonte di combustibile che fa risparmiare alla società Hem circa 3 milioni di euro all'anno per l'acquisto di cascami di legno, oltre a procurare notevoli introiti per ogni tonnellata di rifiuti immessa nel termovalorizzatore. Lars Bernhardsen della Hem spiega: «La nostra società brucia circa 30.000 tonnellate di rifiuti all’anno e perciò alla prima aliquota se ne aggiungeranno forse altre. Ma sono esclusi rifiuti organici come resti di cibo e simili. Il trasporto si svolge per mare e quindi con un impatto minimo sull’ambiente. L’energia ricavata dalla combustione dei rifiuti viene distribuita agli utenti di Halmstad sia direttamente come riscaldamento centrale sia come elettricità». Molte nazioni sono lontane dai metodi sviluppati in Scandinavia per l’utilizzazione di cascami e rifiuti di ogni genere. Ad Halmstad, ad esempio, la monnezza» prima di essere bruciata viene selezionata per il recupero di materie prime quali vetro, carta, metalli e plastiche che vengono riciclate in appositi impianti. Ed è anche per questa ragione che gli svedesi faticano a capire l’opposizione che si è creata in Italia contro i termovalorizzatori ed il riciclo differenziato. Dice l’ambientalista Roger Orwén: «Oltre tutto si creerebbero nuovi posti di lavoro e l’energia prodotta, tanto per ribaltare il nostro problema rappresentato dal freddo invernale, potrebbe essere utilizzata per alimentare gli impianti di aria condizionata che rischiano talvolta di sovraccaricare le centrali elettriche».

In Svezia, l’impiego dei rifiuti per la produzione di energia si è fortemente sviluppato negli ultimi dieci anni ed attualmente sono ben 40 i Comuni che possiedono o sono soci di impianti di termovalorizzazione. I piú grandi e moderni si trovano a Stoccolma e ad Uppsala ed il consumo annuo di rifiuti a destinazione combustibile si è quadruplicato negli ultimi quattro anni, raggiungendo le 750.000 tonnellate, pari al 15% del fabbrisogno totale delle centrali termiche e termoelettriche. Un tecnico di Halmstad, Gunnar Svensson, risponde molto poco diplomaticamente alla nostra domanda su cosa pensa dell’importazione di monnezza dall’Italia: «Credevo che gli italiani fossero piú furbi. Adesso ci pagano per liberarsi di un problema che li potrebbe invece fare ricchi se lo risolvessero in casa loro. Non dico che siano scemi, ma farebbero meglio ad informarsi sull’utilizzo dei rifiuti. Ma come facevano i vostri vecchi? I contadini? Mica buttavano via tutto! E allora imparate da loro!».

Ovviamente la decisione presa il mese scorso dalla società energetica Hem di Halmstad di bruciare la «monnezza» della Campania (ricavandone 200.000 euro per le prime 5.000 tonnellate - somma che andrà a beneficio degli utenti) ha fatto eco su tutti i massmedia scandinavi e molti Comuni svedesi e norvegesi stanno esaminando l’eventualità di accettare - dietro pagamento - i rifiuti provenienti dalla Campania. Ma l’esperienza fatta dalla Germania, che bloccò a suo tempo le importazioni di monnezza sospettando un giro di bustarelle e casi di corruzione nella provincia di Napoli, ha messo in guardia le società scandinave che vorranno agire «alla luce del sole, nella piena legalità, e con contratti precisi e corretti» prima di accettare una collaborazione con gli italiani.

lunedì 15 agosto 2011

se non ora quando? di: Anna Maria Cicellyn Comneno

Legambiente Napoli Centro Antico

Ritirare la firma della Cgil da un progetto subalterno e suicida.
Poi, indire lo sciopero generale.

Golpe d'agosto di Loris Campetti
da il Manifesto 14 Agosto 2011

Quella presentata da Berlusconi e dalla sua cricca al governo non è una manovra economica per consentire all'Italia di rimettere in sesto i suoi disastrati conti: è un golpe e nulla ha che ve...dere con le tante precedenti manovre a cui siamo stati abituati, finalizzate a spostare crescenti risorse dai salari e dalle pensioni ai profitti e alle rendite.

Con quegli strumenti il 10 per cento della ricchezza era già stato dirottato dal lavoro al capitale, ma oggi sta avvenendo qualcosa di molto più grave.
Con un colpo di teatro il potere che viene concentrato nelle mani di pochi, strappando per decreto alle vittime dell'esproprio proprietario i diritti fondamentali, persino quello alla difesa.
Un Berlusconi nascosto vilmente dietro l'Europa, un Tremonti grondante sangue altrui, un Sacconi armato dalla Confindustria e garantito dal servizio d'ordine dei sindacati complici, hanno approfittato di una crisi drammatica che porta la loro firma per ridisegnare i rapporti di forza.
Viene stravolta la Costituzione, oltre che per trasformare in totem il pareggio di bilancio, per armare le imprese, liberandole da quelli che chiamano "lacci e lacciuoli" ma in italiano si traducono con democrazia: il permesso di licenziare quando come e chi vogliono cancellando con l'articolo 18 l 'intero Statuto dei lavoratori; il permesso di scegliersi i sindacati a cui dare ordini, dopo aver ammutolito i lavoratori; la possibilità di cancellare il contratto nazionale, sostituito dai contratti aziendali.
Vi basta?
No, alla Fiat non bastava e allora gli sceriffi di Nottingham truccati da Robin Hood rendono retroattivi questi privilegi di classe per santificare i misfatti di Pomigliano, Mirafiori e Bertone.
Così viene giustiziato chi chiede giustizia e ridotto al silenzio il giudice che dovrebbe garantirla.
Ecco dunque che alla ossificazione del welfare e alla svendita dei beni comuni, alle privatizzazioni, allo schiaffo ai dipendenti pubblici e privati, ai giovani, ai precari, ai pensionati, si accompagna la cancellazione per decreto di un secolo di compromessi democratici che avevano garantito forme di equilibrio e tutele nel conflitto capitale-lavoro.
Se per l'aggressione economica ai danni dei più deboli il governo si nasconde dietro il liberatorio "ce lo chiede l'Europa", per giustificare l'aggressione ideologica ai diritti del lavoro chiama in causa le parti sociali: "ce lo hanno chiesto loro" con l'avviso comune, siglato questa volta anche dalla Cgil.

La categoria del tradimento è estranea alla storia di questo giornale, preferiamo apparire ingenui e ammettere di non capire il senso di quell'infelice firma apposta da Susanna Camusso in calce a un accordo che asfaltava la strada alla controrivoluzione reazionaria.
Se nella crisi democratica, che fa traballare il futuro del paese più ancora della crisi economica, dovesse affiancarsi la perdita di una rappresentanza sociale alla perdita già consumata della rappresentanza politica, la risposta del malessere sociale di un paese non pacificato potrebbe manifestarsi in forme spurie, disperate. Basta guardarsi in giro per rendersi conto di come i tumulti abbiano preso il posto della protesta novecentesca, quando c'erano ancora partiti, sindacati e movimenti a dare una prospettiva e una speranza alla società.

In Italia c'è ancora un filo rosso, sottile, che può tenerci legati a un'idea forte di democrazia. Non spezziamolo.

Una delle tante cose necessarie a non spezzarlo è ritirare la firma della Cgil da un progetto subalterno e suicida.

Poi, indire lo sciopero generale.

Di: Anna Maria Cicellyn Comneno